Ricordi di un vicolo cieco – Banana Yoshimoto

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Questo è stato in ordine cronologico l'ultimo libro che la mia ragazza ha comprato di questa autrice, e anche io dopo questa lettura penso che accantonerò i suoi libri almeno per un po'.
Banana Yoshimoto ha uno stile di scrittura molto bello, profondo, introspettivo. Ma è un'autrice che durante i suoi primi anni di successo (anche nei seguenti, ma in questi in modo particolare) ha scritta una quantità veramente enorme di libri. Di conseguenza è normale che alcuni siano poco inspirati, se non addirittura superflui. “Ricordi di un vicolo cieco” è uno dei quattro libri scritti nel 2003 e purtroppo rientra in questa categoria.

E' una raccolta di cinque racconti con personaggi alla ricerca della felicità. Donne che in seguito ad esperienze traumatiche cercano di riprendere in mano la loro vita. Alcune di queste esperienze sono davvero gravi -in un racconto si parla addirittura di uno stupro- ma su altri... Apro una piccola parentesi ironica: Banana Yoshimoto scrive molto bene, con una sensibilità profonda e particolare, ma è molto ma molto giapponese. Alcune situazioni sono gravi per davvero, ma altre partono da situazioni a cui una ragazza italiana reagirebbe a parolacce e insulti. I suoi personaggi invece partono in trip mentali che in confronto Evangelion risulta soft... e dopo un po' il tutto ti fa venire voglia di chiudere il libro.
Con calma terminerò di leggere i romanzi che la mia ragazza già possiede (specialmente quelli degli inizi, che hanno idee più fresche), e d'ora in poi prima di comprare qualcosa di nuovo di questa autrice valuterò bene in base alle recensioni e al gradimento del pubblico.