30) Un libro che ti sembra noiosoNon ho ben capito il motivo per cui la mia ragazza mi abbia prestato un libro di cui lei aveva letto poche pagine prima di accantonarlo, ma fiera della mia testardaggine da “se inizio un libro voglio finirlo” (e delle pochissime pagine: solo 121) sono arrivata alla fine di questo romanzo.
Il libro inizia presentando subito una serie di personaggi sgradevoli. Shozo, proprietario di Lily (la gatta che da il titolo al romanzo) che si comporta come se fosse un ragazzino dodicenne fannullone. O-Rin, sua madre, una donna avida e senza scrupoli. Shinako, ex moglie calcolatrice che durante il matrimonio era sempre stata molto gelosa della gatta. Fukuko, frivola, violenta e antipatica nuova moglie (ma con una buona dote), anch'essa gelosa di Lily.
Con un sotterfugio Fukuko e O-Rin riescono a cacciare di casa Shinako. Con un altro sotterfugio, Shinako riesce a farsi consegnare la gatta facendo leva sulla gelosia della nuova moglie. In tutto ciò Shozo riesce a farsi comandare da chiunque, a venire costretto in casa da moglie e madre, a dare via la sua amata gatta, e ad avere lo spessore caratteriale di un pesce lesso.
All'interno del libro ci sono cinque-sei pagine piacevoli, e sono quelle in cui Lily inizia a fidarsi di Shinako, la accetta come sua nuova compagna umana e scambia con lei una serie di coccole e attenzioni in precedenza riservate a Shozo. La donna in queste pagine si rende conto di essere stata ingiusta con la povera creatura, di averla maltrattata quando la gatta non lo meritava affatto.
Il finale è uno dei più inconcludenti nella storia dei finali inconcludenti. Non so se il libro volesse essere una critica sociale, un parlare di matrimoni di convenienza, rapporti di comodità e situazioni sgradevoli sullo sfondo degli anni '30, ma da leggere non è proprio un granché.
