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Le streghe di Clea - Giovanni Begheldo

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12) Un libro pubblicato nel 2016


Il primo romanzo di Giovanni Begheldo. Un romanzo che racconta una bellissima storia d'amore e una assurda storia di streghe.
Girovagando per Sottomarina di Chioggia ho scoperto che una libreria dove andavo spesso da adolescente (prima che aprisse quella in piazza a pochi passi da dove abito) fa anche da casa editrice. Così sono tornata a casa con questo libro, che era esposto in vetrina.
Mentre lo comprato, mi è stato detto che è una storia vera. Io penso che sia più che altro tratto da una storia vera, o una storia vera romanzata per così dire. Sono perfettamente d’accordo sull'esistenza delle streghe, ma il ciclo della vita è qualcosa di incontrastabile e alcuni elementi di questo libro sono decisamente di fantasia. O almeno spero!
Il romanzo racconta la storia di Giovanni, autore e protagonista del libro. Racconta di come ha conosciuto la sua bellissima moglie, e la sua strana nonna. Se la nonna si fosse limitata a creare pozioni, incantesimi, a raccogliere ed usare erbe magiche e a festeggiare Sabba e Esbat sarebbe stato perfettamente credibile; ma poi si inizia a parlare delle sue sorelle morte in un incendio che si risveglierebbero ogni luna piena per danzare e creare il proprio rituale attorno al noce, di un gatto centenario, di misteri e cose che vanno abbastanza oltre la “magia” per come è conosciuta nella nostra epoca. E’ un bel romanzo, sarei andata anche subito a chiedere al libraio in quale punto si divida la realtà dalla fantasia (sempre ammesso che lo si possa sapere), ma purtroppo verso le ultime pagine del libro succede un terribile incidente automobilistico in cui il protagonista rimane in coma per un anno, e la moglie e la figlia minore muoiono. Dopo aver letto la sofferenza messa a nudo nelle pagine, e sapendo che probabilmente si tratta di storia di vita vissuta, non so se potrò andare a fare domande. Deve passare un po’ di tempo per ragionarci su. La storia tra Giovanni e la splendida ragazza che diventerà sua moglie è bellissima, è un rapporto dolce e profondo che viene descritto a pieno nelle pagine prima che lui si ritrovi invischiato in questa storia di streghe, e anche dopo che dichiarerà loro fedeltà. Sono due persone ben educate, gentili, di buon animo, leggere di loro scalda il cuore.

Peccato per alcuni elementi. Ci sono alcune cose, nelle descrizioni delle streghe, che sono puro folklore, e non proprio in senso positivo. Superstizioni, leggende popolari. Parlare di un gatto nero centenario è carino, nella realtà poteva tranquillamente trattarsi di una stirpe di gatti, tutti neri, che sono sempre rimasti vicini alle streghe. E’ abbastanza comune, i gatti sono gli animali delle streghe per antonomasia semplicemente perché nell'antichità le streghe altro non erano che casalinghe agli occhi di tutti, e le casalinghe assoldavano i gatti per catturare i topi. Ma parlare di streghe che usano la loro energia per accoppiarsi con uomini anche non consenzienti lo trovo inquietante e basta, perché con una descrizione simile più che “energia” io la chiamerei “drogare una persona”… almeno che gli uomini non fossero in realtà consenzienti, circuiti o meno che fossero.
Un altro elemento molto, molto fastidioso, che però potrebbe avere la sua origine nel folklore post-cristiano, è associare le streghe al satanismo. Satana è un’invenzione cristiana, i pagani non ci credono, e le streghe hanno origine pagana. Questa associazione potrebbe avere due riscontri: o è indice di ricerche sbagliate (e spero proprio di no), oppure la famiglia delle streghe descritte nel libro ha subito una grossa influenza cristiana durante il medioevo, cosa che può tranquillamente ritenersi plausibile visto il lavoro micidiale che la chiesa ha fatto per inculcare in testa alla gente le sue idee, e per censurare tutto quello che c’era di diverso. La cosa comunque stona perché queste streghe, nonostante i loro modi non siano ortodossi, di certo non sono malvagie. Giovanni stesso ad un certo punto della storia ha a che fare con una setta satanica, un po’ per caso e un po’ per indagare su degli omicidi, e direi che lo scenario che gli si prospetta davanti è ben diverso e molto più agghiacciante di un gruppo di donne che danzano nude attorno ad un noce.
Nel libro si parla di “sabba di luna piena”. Io ho fatto delle ricerche per capire se in qualche tradizione vengono chiamati in questo modo, perché nei molti libri che ho letto o consultato, e in tutte le fonti online con cui ho avuto a che fare, si parla di Esbat per le lune piene, e i Sabba sono le festività della ruota dell’anno. Non ho trovato nulla, mi chiedo se l’autore sia andato a memoria rispetto a quello che gli è stato raccontato dalla nonna Cleta molti anni prima. Si parla pur sempre di una storia di quasi 40 anni fa, quando di certo non c’erano le pubblicazioni della Armenia ad aiutare chiunque sia interessato a studiare l’argomento. Però il concetto di “streghe che danzano attorno al cerchio durante i sabba di luna piena per onorare satana” continua a stridermi un bel po’, e a fare a pugni con quello in cui io credo. Poi magari c’è anche chi lo fa… ma no grazie.
Riassumendo, questo libro è una bellissima storia d’amore, ma va preso con cautela perché ha elementi che potrebbero fomentare i pregiudizi e le superstizioni di qualcuno, se si trovasse nelle mani del lettore sbagliato. Purtroppo viviamo in un’Italia in cui se indossi un pentacolo c’è ancora gente che critica e pensa sia un simbolo satanico, cosa che assolutamente non è, e basterebbe aprire Wikipedia per informarsi. Sicuramente lo regalerei solo a persone che reputo intelligenti, e che hanno già un’infarinatura su certi argomenti.


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