
Hotaru, la protagonista, torna al paese natio, un borgo tranquillo attraversato da un fiume, dopo otto anni trascorsi a Tokyo assieme al suo compagno, un uomo sposato che alla fine ha deciso di troncare la relazione con lei. E’ un libro che parla di un ritorno alle origini, di spogliarsi del ruolo di amante e donna che viveva unicamente per l’uomo che ama per riscoprire i ricordi dell’infanzia, le persone che aveva lasciato indietro, sentimenti e sensazioni che erano state annullate al punto da sembrare parte di un’altra vita. E’ un libro molto introspettivo e spirituale. Il fiume che scorre, il locale eccentrico della nonna, i personaggi collegati da sentimenti profondi, sensazioni, sogni e visioni. Tutti i personaggi hanno un sensibilità molto spiccata, molti di loro possono considerarsi addirittura sensitivi, ma l’autrice non va mai oltre, rendendo credibile tutto quello che scrive, o quasi. L’intreccio che viene a crearsi è molto coinvolgente da leggere, e nell’insieme questo libro –il quindicesimo scritto dall’autrice- è un piccolo gioiello ricco di sensazioni.
“Pensai che la gentilezza disinteressata delle persone, le loro parole spassionate, fossero come un abito di piume. Avvolta in quel tepore, finalmente libera dal peso che mi aveva oppresso fino a quel momento, la mia anima stava fluttuando nell’aria con grande gioia.”
“Pensai che la gentilezza disinteressata delle persone, le loro parole spassionate, fossero come un abito di piume. Avvolta in quel tepore, finalmente libera dal peso che mi aveva oppresso fino a quel momento, la mia anima stava fluttuando nell’aria con grande gioia.”
